
Regia: Bong Joon-ho
Anno: 2025
Titolo originale: Mickey 17
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Resta aggiornato sul canale di VER su WhatsAppPiove. Forte. La Toscana è sotto assedio, mi saltano due escursioni e così ne approfitto per andare al cinema, dove trasmettono un film con clonati, sfruttati e (forse) ribelli.
Bong Joon-ho torna alla fantascienza con Mickey 17, un film che mescola satira sociale, filosofia sull’identità e un pizzico di ironia, il tutto condito da un’estetica curata e una regia solida. Basato sul romanzo Mickey7 di Edward Ashton, il film racconta la storia di Mickey Barnes (Robert Pattinson), un "impiegato sacrificabile" in una missione spaziale colonizzatrice. La sua funzione? Morire e farsi rimpiazzare da un clone ogni volta che la situazione lo richiede.
L’idea di base è tanto inquietante quanto affascinante: un uomo che sa di essere solo una copia tra tante, ma che inizia a chiedersi se abbia un’identità unica e un valore reale. Pattinson regge bene il ruolo, alternando momenti drammatici a un’interpretazione che gioca con l’assurdità della situazione. La sua espressione perennemente tra lo spaesato e il rassegnato è perfetta per un personaggio che sa di essere sostituibile come una batteria scarica.
Come in Snowpiercer, Bong Joon-ho usa la fantascienza per parlare di sfruttamento e ingiustizia sociale, ma qui il tono è più leggero e a tratti ironico. La crudezza dell’idea – un uomo mandato costantemente a morire senza troppe cerimonie – è mitigata da una sceneggiatura che inserisce momenti di black humor e situazioni quasi grottesche. Questo equilibrio tra critica sociale e intrattenimento è uno dei punti di forza del film che lo rende godibile a tutti.
Visivamente, Mickey 17 offre ambientazioni fredde e asettiche, perfettamente in linea con la sua premessa distopica. La colonia spaziale è un mondo opprimente, dove l’umanità sembra ridotta a ingranaggi in un meccanismo impersonale. Eppure, non manca un certo senso di meraviglia per l’ignoto, un elemento che avvicina il film più alla fantascienza classica che al puro cinismo distopico.
Per chi ama la fantascienza con una buona dose di riflessione (Blade Runner, Moon, Ex Machina), Mickey 17 è un’esperienza da non perdere. Magari non rivoluziona il genere, ma riesce a essere intrigante, visivamente accattivante e persino divertente nel suo cinismo. In un’epoca in cui i blockbuster di fantascienza tendono a essere o troppo seriosi o troppo superficiali, Bong Joon-ho trova un equilibrio che lo rende un regista sempre interessante da seguire.
Pur non avendo letto il libro, ho avuto la sensazione che il film, anche mantenendo un’impronta intrigante e ben realizzata, smorzasse troppo i toni della sua distopia. Se la crudezza della premessa fosse stata resa in modo più diretto e spietato, probabilmente avrei apprezzato ancora di più il risultato finale. Ovviamente, è un parere puramente soggettivo, ma avrei preferito un impatto emotivo più forte, che facesse percepire con maggiore intensità l’orrore della condizione di Mickey.
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