lunedì 17 marzo 2025

Savatage - Poets And Madmen

 
Autore: Savatage 
Anno: 2001
Numero tracce: 11
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Ci sono album che non sono necessariamente i migliori di una band, ma che rimangono impressi per il momento in cui li abbiamo scoperti. Poets and Madmen è stato il primo album dei Savatage che ho acquistato e ascoltato, e per questo conserva un posto speciale nella mia esperienza musicale.

Uscito nel 2001, Poets and Madmen è un lavoro particolare, segnando sia il ritorno di Jon Oliva come unico cantante, sia l’ultimo album in studio della band prima di un lungo silenzio discografico. Il disco è un concept ispirato alla storia vera di Kevin Carter, il fotografo vincitore del Pulitzer per lo scatto di un bambino sudanese sotto la minaccia di un avvoltoio. Tematicamente cupo e drammatico, Poets and Madmen si inserisce nella tradizione dei Savatage con la sua narrazione teatrale e i cori stratificati, che qui assumono un ruolo di prim’ordine.

Musicalmente, l’album mantiene l’impronta progressive e sinfonica che la band aveva affinato negli anni ’90, ma con un ritorno a un sound più grezzo e diretto. Brani come Stay with Me a While e Commissar mostrano il lato più aggressivo, mentre Morphine Child incarna l’epicità dei Savatage, con una struttura articolata e quei cori maestosi che mi hanno colpito fin dal primo ascolto. The Rumor e Man in the Mirror completano un viaggio sonoro in bilico tra poesia e follia, proprio come suggerisce il titolo dell’album.

Pur non essendo il mio preferito della band, Poets and Madmen è stato la mia porta d’ingresso nel mondo dei Savatage, e ancora oggi lo considero un album affascinante, ricco di passaggi memorabili e con un concept avvincente. Forse non ha la stessa magia di capolavori come Gutter Ballet o Streets, ma è comunque un degno canto del cigno per una delle band più originali della scena metal.


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