Se il 2024 era stato l'anno dell'amicizia, il 2025 è all'insegna della famiglia.
La Grecia sarebbe stata una vacanza che mio babbo, amante degli studi classici, avrebbe sempre voluto fare. Purtroppo non ha potuto, quindi mi sento in dovere di portare avanti questo suo sogno.
ATENE, UNA BELLISSIMA CONTRADDIZIONE
Atene non è una città che ti viene incontro. Non si sforza di piacerti. Non è come Parigi, che ti seduce, o come Roma, che ti stordisce. Atene si mostra com’è: viva, a tratti sporca, caotica e graffiata. Ma è proprio lì, in quei graffi, che ti ci puoi specchiare.
È una città stratificata, come un blocco di marmo scavato e scolpito più volte nel tempo. C’è l’eco delle tragedie e della democrazia, c’è la resistenza moderna e la speculazione edilizia, ci sono rovine antiche in mezzo a motorini impazziti e bar con nomi inglesi.
Eppure, quando meno te lo aspetti, un vicolo profuma di fiori d’arancio, una terrazza ti regala la vista dell’Acropoli, e senti che sei esattamente dove dovresti essere.
25 APRILE SOBRIO – GIORNO 1: TRA TUONI, COLONNE E TAPPE ICONICHE
Arrivo ad Atene con un volo ITA, mezzogiorno abbondante, perché non è solo Ryanair a fare ritardi. L’aeroporto è pulito, efficiente, e con una certa aria da anni Novanta che trovo rassicurante. Zaino in spalla, prendo la metro blu e scendo a Omonia: nome mitico, piazza tutt’altro che mitica. Ma va bene così. L’Athens Choice Hotel è lì, a due passi.
Check-in rapido, e sono già pronto a mettere le scarpe buone e iniziare a camminare.
Il sole spacca. È un caldo quasi africano, secco e spietato. Atene sfrigola. Ma appena faccio due passi, qualcosa cambia: il cielo si incupisce, e Zeus, forse infastidito da qualche mio pensiero troppo terreno, comincia a far tremare le nuvole. Tuoni, lampi, poi arriverà la pioggia. Quindi da esperto di Pollon, inizio a maledire i vari personaggi del cartone: questi non sono moccoli.
Parto come il pié veloce Achille, imbocco le vie di Psiri, un quartiere che sembra un incrocio tra Berlino Est e Napoli centro. Murales ovunque (e graffiti ancora di più) , insegne vintage, bar con tavolini storti e vecchietti che fumano dentro come se fosse ancora il 1983. È pieno di contrasti, e proprio per questo funziona.
Da lì proseguo verso Monastiraki, cuore pulsante della città turistica. La piazza è un teatro continuo: ambulanti, turisti spaesati, cantastorie, e sullo sfondo la sagoma dell’Acropoli, che vigila come un padre severo. Questo viaggio comincia davvero ora.
Mi infilo poi nel labirinto della Plaka, quartiere antico, con case basse e balconi pieni di bouganville. C’è un silenzio strano, interrotto solo da gatti e passi lenti. Salgo verso Anafiotika, la piccola isola bianca nel cuore di Atene. È un quartiere costruito da muratori delle Cicladi che si portarono dietro l’architettura di casa: casette bianche, porte blu, scalette di pietra. Sembra un miraggio.
La giornata con meteo accettabile si chiude sulla collina dell’Areopago, dove l’aria ha già un odore metallico, elettrico, si sente quel profumo estivo di pioggia sulla terra non asfaltata. Mi siedo sulle rocce, guardo l’Acropoli da lontano, e penso al vecchio Nodo.
Sì, sono arrivato qui.
Il ritorno indietro è ovviamente ad anello per non rifare il solito tragitto, anche se inizia a venire giù decisa e con cattiveria. Tanto che devo trovare riparo tra i mille locali della zona del mercato che in pratica non chiude mai. La cena invece lontano dalla confusione e dai posti con menù fotografici ed in inglese. Si va a botta sicura al Kiouzin dove mangio uno stratosferico piatto di pecora e yogurt che so di sognarmi anche stanotte da quanto era buono.
Ed ecco gli spunti dettati da VIKI:
Monumento a Filopappo
Situato sulla sommità della Collina delle Muse, il monumento fu eretto tra il 114 e il 116 d.C. in onore di Gaio Giulio Antioco Epifane Filopappo, principe del regno di Commagene e console romano. La struttura, in marmo pentelico, presenta un fregio con Filopappo su una quadriga e nicchie con statue. Da qui si gode anche una splendida vista sull’Acropoli.
Prigione di Socrate
Ai piedi della Collina di Filopappo si trovano alcune cavità scavate nella roccia, tradizionalmente considerate il luogo dove Socrate fu imprigionato prima della sua esecuzione. Non ci sono prove storiche certe, ma il sito ha un forte valore simbolico. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu usato per proteggere reperti archeologici.
Teatro di Dora Stratou
Fondato nel 1953 da Dora Stratou, è un teatro all’aperto dedicato alla danza popolare greca. Situato sulla collina Filopappou, ospita spettacoli estivi con danze tradizionali da tutta la Grecia. La compagnia conserva oltre 2000 costumi originali e rappresenta una delle istituzioni culturali più importanti nel campo del folklore greco.
Album fotografico Atene #1
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