lunedì 21 aprile 2025

Pasquetta - Ritorno in Italia tra memoria e bellezza

 

Ci lasciamo alle spalle Lione il mattino presto , sotto una pioggia fine che sembra voler salutare il nostro passaggio. Ironia vuole che, proprio come all’arrivo, anche oggi il meteo ci regala l’effetto sorpresa: appena superato il Frejus, la pioggia si dissolve e il cielo si apre, come se fosse l’Italia a volerci accogliere con un gesto gentile. Del resto è Pasquetta, e la pioggia sembra quasi un obbligo di calendario.

Durante il viaggio, prima che le notizie scorrano alla radio, apprendo – tramite le mie fonti da blogger – la morte del Papa. Un momento sospeso, che ci accompagna fino alla nostra prima sosta: il precettorio di Sant’Antonio di Ranverso. Luogo appartato e solenne, costruito intorno al XII secolo, un tempo ospedale per pellegrini e malati, custodisce affreschi gotici e una quiete che invita al raccoglimento. Lì dedichiamo un pensiero anche a Papa Francesco I, con la sensazione che certi luoghi aiutino a dare forma al silenzio.

Nel primo pomeriggio arriviamo ad Asti, elegante e composta, perfetta per una pausa che è anche scoperta. In ordine sparso salgo in cima alla Torre Troyana, simbolo medievale della città, che regala un panorama aperto sulle colline del Monferrato. Visitiamo poi la collegiata di San Secondo, cuore civico e religioso di Asti, e la cattedrale di Santa Maria Assunta, imponente esempio di gotico piemontese, con vetrate sorprendenti e una navata che sa di pietra e tempo.

Poi ci lasciamo affascinare da Palazzo Mazzetti, raffinato museo che racconta storie aristocratiche, e poi dalla cripta del museo archeologico, dove l’Asti romana si fa ombra e racconto. Ultima tappa: il palazzo natale di Vittorio Alfieri, dove ogni stanza è un tassello della vita di uno dei più austeri e appassionati spiriti del Settecento.

Questa notte dormiremo qui, città che ci ha regalato un pomeriggio di bellezza sottile e discreta. Il rientro a Piombino è rimandato a domani, ma prima c’è da chiudere questa giornata con la giusta nota conviviale. E così facciamo cena a Il Podestà, un ristorante che prende i piatti della tradizione piemontese e li porta in scena con eleganza moderna.

In tavola: una battuta di fassona tenera e saporita, seguita dai classici ma sempre emozionanti agnolotti al plin, piccoli scrigni di gusto. Il tutto accompagnato da un bicchiere generoso di Barbera d’Asti, che con il suo carattere deciso ci riporta dritti nel cuore della terra che stiamo attraversando.

Così si chiude l’ultima tappa di questo viaggio in famiglia, tra pioggia, sole, panorami, silenzi mistici, arte e sapori. Domani si torna a casa — ma con lo zaino un po’ più pieno di storie.

Album fotografico Di passaggio ad Asti 


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