Doveva essere una giornata di mare. L’idea era quella: partire da Calamoresca, percorrere un pezzo di sentiero e poi fermarsi in una delle cale a prendere il sole, magari con un bagno improvvisato, come premio anticipato di primavera. E leggere un libro (di carta perché in spiaggia fa troppa più scena)
E invece no.
Rispetto a ieri il sole c’era, ma il vento anche. Quello che ti punge le spalle e ti fa dire: "mah, forse ancora no". Così ho continuato a camminare. Nella prima parte del percorso c’era anche Ikkio, che ha condiviso con me il tratto iniziale prima di deviare per la via del Crinale e tornare indietro. Io ho tirato dritto, verso il Reciso.
Un passo dietro l’altro, lungo un percorso che conosco a memoria, che ho fatto decine di volte. Ma ogni volta ha qualcosa di diverso da dirmi. Arrivato a Baratti, un saluto veloce al golfo, e poi via, di nuovo indietro. Ventina di chilometri, andata e ritorno, tra vento, silenzio, profumo di macchia e quella sensazione testarda che camminare – anche se già conosci la strada – serva sempre a qualcosa.
O forse no. Ma intanto si cammina.
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